domenica 25 maggio 2014

Vivere senza soldi

Mi ha molto ispirato un post letto sul blog di Laboratorio Oltremare (http://laboratorioltremare.blogspot.it/2014/05/ultime-letture-interessanti.html) e da ieri ci sto pensando.
Ma è davvero possibile vivere senza soldi?
Oggi come oggi, nella società in cui viviamo, penso proprio di no. Io ho figli adolescenti, una casa che è piuttosto onerosa da mantenere, tasse da pagare, bollette da onorare... come si fa, in questa situazione, a vivere senza soldi? Vivere senza soldi significa anche vivere senza niente, e la storia di Heidemarie Schwermer è emblematica. Dopo una vita, diciamo così, normale questa dolce signora decide di cambiare totalmente vita e, venduto o regalato tutto quello che ha, decide di vivere senza soldi.


Una fitta rete di amicizie la aiuta. Viene ospitata periodicamente da una o dall'altra e in cambia offre aiuto e lavoro; pratica regolarmente il baratto oppure vive con gli scarti ancora buoni di supermercati o mercati ortofrutticoli; si veste con riciclaggio di altri e, lei dice, le arriva tutto quello che desidera senza fare grandi sforzi. Questa signora gira l'Europa portando il suo messaggio e insegnando ad altri come fare per vivere senza denaro o comunque a non esserne più tanto condizionati.
Non avere più niente rende molto liberi, e di questo sono convinta, e un po' la invidio ma c'è qualcosa che mi lascia perplessa.
Nel bellissimo video che qui vi riporto - http://www.dailymotion.com/video/xuc0q4_film-completo-vivere-senza-soldi_shortfilm - ad un certo punto un bambino dice: " La mia impressione è stata negativa. Secondo me questa signora crede di non usare i soldi, di non poter usare i soldi nella vita ma di fatto usa quelli degli altri."
Be, a pensarci bene, ha perfettamente ragione ma c'è qualcosa in questo video che comunque mi ha colpito tantissimo ed è la consapevolezza profonda che i soldi, che sembrano ossessionarci la vita, in fondo sono solo pezzi di carta che servono per acquistare cose o servizi e che la stragrande maggioranza di queste cose e di questi servizi sono superflui, inutili e assolutamente non indispensabili.
Nella società così come è impostata adesso vivere senza soldi è impossibile o comunque assai difficile ma l'idea del baratto, del riuso, dell'utilizzo di ciò che normalmente è scarto ma che è assolutamente ancora buono, è assolutamente praticabile.
Sempre nel video c'è una scena dove Heidemarie e una signora di Torino vanno al mercato all'ora di chiusura a raccattare dalle cassette la frutta e la verdura invenduta destinata al macero. La sera, sedute a tavola davanti a questa cena gratuita dicono: "Ci sono cose che vengono da Madre Terra alle quali non diamo valore e invece noi gli abbiamo dato valore... molta gente pensa che se una cosa non la paghi non ha valore. Questo è un cavolfiore povero perchè non l'abbiamo pagato. In negozio sarebbe un cavolfiore serio, ma al momento non lo è, mi spiace!".
Quanta gente pensa che più una cosa è costosa più ha valore? Quanta gente è disposta a pagare anche cifre molto alte per cose che hanno un valore effimero? Mi vengono in mente le borsette di marca. 2.000 - 3.000 - 5.000 Euro per acquistare una borsa il cui valore reale è davvero niente!!!
Viviamo in una civiltà del nulla, dell'effimero, dell'apparire... dove si è disposti a gettare i frutti della terra, che sono costati lavoro e fatica, che sono i doni della nostra vera Madre e nel contempo si è pronti a sborsare cifre enormi per un pezzo di stoffa firmato...
Non credo che si possa vivere senza soldi, cara Heidemarie, ma sono convinta che si possa tentare di vivere senza fare del denaro il nostro padrone e ti ringrazio, perchè il tuo esempio è illuminante e anche se a volte ho avuto paura di non farcela ad arrivare a fine mese, adesso so che in un modo o nell'altro si può fare, basta limitare i bisogni, accontentarsi. 
Sono fortunata perchè la campagna aiuta: le galline, l'orto, il bosco, gli alberi da frutto, la stufa a legna... è tutto più semplice e spesso basta allungare una mano e raccogliere, basta un ciocco di legno per scaldarsi, una passeggiata nei campi e nel bosco per procurarsi la cena...
In città è più difficile. La città stessa è l'emblema del consumismo. La città è una immensa vetrina di prodotti e servizi, è un catino di consumatori. La città non produce niente di veramente indispensabile ma è un'immensa bocca che mangia, mastica e sputa.
C'è qualcosa di assurdo in tutto questo... Viviamo in una società basata sul denaro e sul consumo, ma il denaro non sarebbe indispensabile se vivessimo in una società della condivisione.
Vi invito a guardare il video o a leggere questo libro (che non ho letto ma che mi riservo di farlo prima possibile).



Io sto seriamente pensando che un'altra strada esiste e che la vita è molto più semplice di come vogliano farci credere!!!
A presto

Francesca

17 commenti:

  1. È il secondo blog in pochi minuti che presenta questo libro. Visto che ho appena scoperto che avrò una pensione da fame.... sarà meglio che me lo compro... fin che ne ho...

    Buona settimana Francesca!
    Cinzia

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    1. Farò lo stesso anche io... anzi, entro subito nella logica dell'autrice... me lo prendo in biblioteca!!!
      Un abbraccio
      Francesca

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  2. Senza dubbio siamo strumentalizzati dal sistema consumistico.
    Come il ragazzo obietto che la signora fa affidamento su casa e soldi degli amici!
    Quindi sia pure dia in cambio aiuto ecc., una società basata su "vendo tutto e vivo senza soldi" non può essere valida.Se tutti vendessero casa... dove staremmo???
    Chi, come te, sta in campagna ha ovviamente una dimensione diversa da chi abita in città ed anche qui generalizzare -come hai detto tu- non è realistico. Trovo invece molto giusto educare all'economia, al riciclo, alla parsimonia, ad evitare lo spreco e valorizzare i prodotti naturali, senza conservanti. Combattere per una vita più sostenibile, mentalmente, spiritualmente, fisicamente.
    Buona domenica Francesca!

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    1. L'educazione alla parsimonia è indispensabile.
      Mi viene in mente una cosa che forse non centra: hai letto che da adesso nel PIL verranno conteggiate anche le attività allecite? Che assurdità!!! Ecco cos'è il PIL!!! NIENTE!!! Il PIL non dice assolutamente niente del benessere della popolazione, altrimenti come potrebbero conteggiare anche le attività illegali come droga, prostituzione e sommerso?
      L'Italia rischia di balzare ai primi posti in Europa per quanto riguarda il PIL... ma per me, per te, per tutti, cambia qualcosa? Stamo meglio?
      E' una economia che non capisco, assurda e sensa senso!!!
      Un abbraccio
      Francesca

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  3. Sai: è uno degli aspetti su cui mi sto concentrando di più negli ultimi mesi. Ovvero: ridurre i bisogni, produrre tanto in casa e, in generale, semplificare. In relazione soprattutto alla vita domestica e all'educazione delle bimbe. E questo testo di cui parli (che non conoscevo, per la verità) pur essendo magari un po' estremo e utopico immagino sia incredibilmente stimolante e illuminante, nella sua prospettiva di fondo.
    Ho terminato ora l'arcifamoso testo di Pallante "la decrescita felice", che certamente avrà molti punti in comune con quello di questa autrice. L'hai letto? Il senso è: essere più responsabili nei consumi, avere meno bisogni e autoprodursi il più possibile per essere più soddisfatti e più liberi . E per fare decrescere un sistema economico e sociale che è destinato a implodere.
    Sono temi di grande, fondamentale, interesse. Per tutti, tra l'altro.
    Un abbraccio

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    1. Credo anche io che il libro di Heidemarie sia troppo estremo ma certamente qualche spunto interessante, qualche ispirazione si può trovare.
      Il libro di Pallante non l'ho letto, ma mi viene consigliato da talmente tante persone che alla fine lo leggerò!
      Sono temi stimolanti, interessanti e che mi invogliano a cercare sempre nuove strade. La cosa più importante credo sia, alla fine, non essere schiavizzati dallo stipendio fisso, da quella falsa sicurezza che ci da il denaro, non essere indotti ad acquisti inutili ma concentrare i nostri sforzi non sulla "roba" ma sui rapporti con gli altri. Magari lavorare di meno ma stare di più con la famiglia, farsi bastare il poco ma essere più presente accanto ad amici e amori... Senza questo la vita che senso ha?
      Un abbraccio
      Francesca

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  4. Sì, le idee di questo libro possono apparire estreme e talvolta illogiche; anche a me il testo ha suscitato qualche perplessità, in alcuni punti. Però credo che il messaggio di fondo sia importante. Vi rendete conto che ci sono persone che se rimangono senza stipendio arrivano a togliersi la vita?! Siamo talmente dipendenti dal denaro che senza di esso pensiamo che tutto sia finito, non vediamo alternative. Ho amici schiavi inconsapevoli della bella automobile, della casa lussuosa, della tv al plasma e di tutte le altre diavolerie spacciate per indispensabili dalla pubblicità. Io trovo che questa dipendenza sia assurda, angosciante e non permetta di vivere pienamente quella che è la nostra vera esistenza.
    Bello questo post, Francesca!
    Ciao

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    1. E' proprop di ieri la notizia di una donna di 47 anni che si è tolta la vita perchè ha saputo che con luglio le toglirvano anche la cassa integrazione!!!
      Ma il denaro vale più della vita di una persona? A questo siamo arrivati?
      Capisco che la notizia possa angosciare, soprattutto se hai un'affitto da pagare o un mutuo, ma nulla, NULLA, vale la vita di una persona. Ci sono altre vie, altre possibilità. Ci hanno a tal punto fatto credere che senza denaro non siamo niente, che questi sono i risultati.
      Un abbraccio
      FRancesca

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  5. io credo che l'importante sia educare ed educarci all'essenziale. Quante cose vengono ritenute tali e poi, a riflettere, fanno tutte parte del superfluo! credo che a volte ci si arrivi con l'età, altre volte prendendo esempio da chi è arrivato prima di noi a questa consapevolezza. Sono mesi ormai, per farti un esempio, che mia figlia Silvia, il venerdi sera, va in un grosso mercato nel centro di Genova e torna con frutta, verdura, pane, foccacce ecc. per tutta la settimana! con alcune persone ha fatto amicizia e quando arriva scopre che le hanno tenuto da parte un sacco di cose e così lei, per ricambiare, ha portato in regalo i monili che crea. Tutto ciò è anche estremamente arricchente, non trovi? un abbraccio Emanuela

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    1. Cara Emanuela,
      bella questa cosa che fa tua figlia!!! Vedi, questo è un esempio stupendo di decrescita, di come si possa avere cose buone anche senza pagarle in denaro, ma con un baratto!
      Un abbraccio
      Francesca

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  6. Mi piace molto questo post, il commento di Laboratorio Oltremare e anche gli altri. Non ho ancora letto il libro ma tempo fa ho scoperto la storia di questa donna che mi colpì non poco. Non penso sia impossibile vivere senza soldi ed è bene che si sappia, ci sono così tante possibilità! Io stessa penso che se dovesse andarmi male me ne andrei in qualche comunità a lavorare in cambio di vitto e alloggio. Di fatto ne ho una a circa quattro chilometri da casa. Però per me sarebbe l'ultima spiaggia, voglio avere un rapporto sereno con quei pezzi da carta, usarli ma non farmi usare da loro :-) Pratico il baratto e conduco una volta volta a eliminare gli sprechi ma se non avessi avuto esempi, persone dalle quali prendere spunto sinceramente non so se da sola ci sarei mai arrivata, quindi ben venga condividere vite alternative :P Ti abbraccio.

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    1. La via giusta, come dici tu, è avere "un rapporto sereno con quei pezzi di carta"... Non sono ne buoni ne cattivi. Buono o cattivo è l'uso che se ne fa o l'importanza che diamo loro.
      Conosco tanta gente ossessionata dal denaro, che non fa altro che parlare di quanto costa quello e quanto costa quell'altro, che fa economie per acquistare cose che ha già, solo perchè è il nuovo modello o sembra che non ne possa fare a meno... Che stupidi!!!
      Allocchi che hanno abboccato all'amo come pesci affamati!!!
      Ci sono mille altre vie...
      Ti abbraccio forte
      Francesca

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  7. Interessante questo post, negli ultimi mesi sto vivendo praticamente senza soldi, perché lavoro ma molto poco e spendo letteralmente tutto ciò che guadagno (cioè circa 30 euro alla settimana) nella benzina per andare all'università. Ci sono stati momenti di forte sconforto, come il giorno in cui ho scoperto in banca che non avevo più nulla!...é stato difficile, lo è tuttora, con Simone ne abbiamo discusso molto. Devo dire che però alla fine, dopo questi mesi, mi sono abituata a non spendere e ho tagliato ogni consumo, mettendo da parte in un barattolo nell'armadio (!!) le monetine da 1, 2 euro che riuscivo a risparmiare...ora mi sono abituata a vivere proprio con poco e sorprendentemente non mi pesa più così tanto! Certo non sono senza soldi perché Simone lavora, ma io personalmente non ho più nulla di "mio", di guadagnato da me ed è stato molto difficile fare i conti con questa mancata indipendenza. Questa situazione ci sta insegnando molto come coppia, spesso ci troviamo in posizioni discordanti, ma ho scoperto di poter vivere (e decisamente bene!) spendendo quasi nulla e riflettendo su ogni semplice acquisto (anche un caffè al bar...), in realtà non mi manca nulla, anzi, apprezzo ancora di più ciò che ho, la mia bellissima famiglia, la montagna, e tutti gli oggetti che ho già e che mi bastano!

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    1. A me è successa la stessa cosa.
      Quando mio marito ha diminuito grandemente il suo lavoro (istruttore sportivo, quindi in pratica un lavoro a cottimo - e ultimamente lavora davvero poco!!!) ho anche io cominciato a stere attenta. Per molto tempo ho scritto su un quaderno tutte le spese e mi sono resa conto che tante erano superflue. Piano piano sono riuscita a ridurre di molto senza però rinunciare a nulla di veramente importante. Tutto ha più gusto. Anche un caffè, diventa un piccolo regalo, è vero!!!
      Un abbraccio
      Francesca

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  8. grazie, molto interessanti i tuoi spunti di riflessione. non conoscevo questa storia.
    e concordo pienamente con te: in questo senso vivere in campagna aiuta!

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  9. ohhh finalmente,molto belle le tue parole "Io sto seriamente pensando che un'altra strada esiste e che la vita è molto più semplice di come vogliano farci credere!!"Ed è così.
    Vero senza soldi almeno dalle nostri parti non si può vivere, ma un rapporto con il denaro si può avere.Condivido quindi il tuo pensiero.
    Questa signora non è la sola ad aver fatto simile scelta...ma di fatto hanno sempre qualcuno alle spalle,qualcuno che con il denaro ci vive.
    Ma si può trarre spunto e cambiare molte cose.
    Un saluto.Bel post.

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  10. mmm… che cosa affascinante. però, anche io, nonostante il fascino, continuo a farmi convincere poco da esperienze come questa. farsi ospitare da altri, ad esempio, non significa che altri stanno usando soldi al posto nostro? purtroppo la nostra società si basa sui soldi e se anche ci facciamo una doccia, quell'acqua, calda o fredda che sia, qualcuno l'ha pagata. l'unica soluzione, forse, sarebbe vivere isolati nella foresta e mangiare bacche… allora sì! grazie per la bella riflessione che ci hai lasciato, cara Francesca!

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